Hikikomori: gli adolescenti rinchiusi in camera

Sempre più spesso accade che alcuni adolescenti scelgano di rinchiudersi in camera. Giovani brillanti, molto promettenti agli occhi dei loro genitori ma che improvvisamente abbandonano la scuola, le relazioni sociali e trascorrono intere giornate in totale isolamento. Dormono di giorno, si svegliano la notte e fanno un uso massiccio di internet. Vengono chiamati hikikomori, o ritirati sociali.

Avere un figlio in hikikomori può generare nei genitori un profondo senso di angoscia, impotenza e fallimento. Fra la miriade di interrogativi che possono attanagliare la mente di queste madri e padri, uno dei principali è il seguente: “Cosa può portare mio figlio ad interrompere in modo tanto drastico la propria vita, i propri progetti e aspirazioni?”

Origine del termine

Hikikomori è il termine coniato dallo psichiatra Tamaki negli anni ‘80 per definire questo fenomeno sociale, emerso in Giappone circa dieci anni prima. In seguito, tale condizione si è diffusa in Corea e in Cina, e più di recente in Australia, Stati Uniti ed Europa.

Perché un adolescente si ritira?

Stando alle conoscenze cliniche sul tema, i ragazzi che hanno scelto il ritiro sociale sono dei giovani alle prese con una profonda ferita narcisistica. 

Durante l’infanzia, essi hanno interiorizzato un’immagine grandiosa e preziosa di sé, a partire dalle prime esperienze relazionali con i propri genitori e altre figure di riferimento adulte. E’ come se si fossero percepiti come dei piccoli re (Charmet, 2013), che avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa senza il minimo sforzo. 

Con l’arrivo dell’adolescenza, però, l’immagine magnifica e onnipotente infantile si scontra con una nuova immagine di sé, difettosa e deludente: quella che l’adolescente costruisce a partire dalle prime esperienze con il gruppo di coetanei. Un’immagine costituita da limiti, sbagli e profonde mancanze. 

Anche il proprio corpo adolescenziale, in continua trasformazione, risulta difettoso. E per un adolescente che durante l’infanzia ha maturato una visione idealizzata di sé è davvero difficile tollerare lo sguardo giudicante dei compagni. si sente difettoso e manchevole. 

Gli adolescenti sperimentano un intollerabile senso di fallimento

I grandi successi tanto annunciati durante l’infanzia vengono sistematicamente disattesi. L’adolescente, pertanto, si ritrova a dover fare i conti con i propri fallimenti. Tutto ciò provoca in lui un forte ed intollerabile senso di vergogna. 

La vergogna diventa pervasiva, la sensazione di inadeguatezza e di fallimento insopportabile. Per questo motivo, il ragazzo sente il bisogno di allontanarsi dallo sguardo giudicante dei coetanei, ritirandosi in casa. 

Il dolore sperimentato nelle relazioni a scuola viene “sedato” attraverso l’uso dei giochi virtuali: essi permettono di mantenere delle relazioni meno impegnative, perché fisicamente distanti, rispetto a quelle sperimentate all’interno del contesto scolastico.

Così come l’uso di giochi virtuali, anche l’inversione del ritmo circadiano funge da sedativo: gli hikikomori dormono di mattina e si svegliano quando i coetanei terminano le lezioni, proprio per alleviare l’ansia ed il senso di colpa che provano nel pensare a ciò che gli altri fanno e che loro non riescono a realizzare (Ricci, 2009). 

Come aiutare un adolescente in hikikomori

Se sei un genitore o un amico di un adolescente che ha deciso di chiudersi in casa, è importante tenere a mente che questa scelta è senz’altro il sintomo di un dolore profondo, un dolore difficile da esprimere. Non è il ritiro sociale ad essere la causa del malessere: esso è, al contrario, una strategia messa in campo da tuo figlio per far fronte ad una sofferenza profonda. L’unica strategia che lui reputa possibile.

Per questa ragione, è importante sforzarsi di comprendere i motivi della sofferenza e sostenerlo nella ricerca di alternative possibili, nell’accettazione dei propri limiti e nella costruzione di aspettative più realistiche di sé. Per raggiungere questo obiettivo, però, è fondamentale chiedere aiuto ad uno psicologo.

Bibliografia

Lancini, M. (2019), Il ritiro sociale negli adolescenti. La solitudine di una generazione iperconnessa. Raffaello Cortina, Milano.

Pietropolli Charmet, G. (2013), La paura di essere brutti. Gli adolescenti e il corpo. Raffaello Cortina, Milano

Ricci, C. (2008), Hikikomori, narrazioni da una porta chiusa. Aracne, Roma.

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